Con il termine bruxismo (dal greco βρύχω, digrignamento) viene indicata l’abitudine a digrignare e serrare i denti, sfregandoli tra loro, attraverso movimenti involontari della mandibola, in particolar modo durante il sonno e, occasionalmente, anche nelle ore diurne.
Il movimento continuo a livello muscolare e mascellare, definito parafunzione in quanto non finalizzato ad uno scopo, è la causa di diversi disturbi per chi soffre di bruxismo, come dolore alla mandibola, contratture muscolari, usura e lesione dei denti, mal di testa, dolore alle orecchie.
Alle volte lo sfregamento tra le arcate dentali può essere talmente intenso da produrre un fastidioso rumore avvertibile dalle persone con le quali chi lo emette si trova a stretto contatto.
Si stima che ne soffra una percentuale della popolazione adulta che va dal 5 al 20%, anche se talvolta si manifesta già durante l’infanzia.
Cause del bruxismo notturno e diurno
Il digrignamento dei denti può verificarsi sia durante il sonno che nelle ore diurne, ma pur determinando gli stessi problemi, i due tipi di bruxismo hanno generalmente origini diverse.
Il bruxismo notturno, secondo recenti studi scientifici, sembra essere legato in alcuni casi a disturbi del sonno, generati da anomalie transitorie dell’attività cerebrale che influiscono sull’attività muscolare, respiratoria, cardiaca e circolatoria e che portano quindi a movimenti involontari dell’apparato mandibolare.
In base a questa teoria il bruxismo può essere definito un vero e proprio disturbo del sonno, come la sindrome delle gambe senza riposo, l’insonnia o il sonnambulismo.
Di natura diversa sembrano invece le cause del bruxismo diurno. L’atto di digrignare i denti durante il giorno è legato a particolari momenti di stress emotivo. L’ansia, la rabbia, problemi psicologici, possono portare a serrare i denti con forza, in maniera inconsapevole, per scaricare la tensione accumulata e cercare di recuperare la tranquillità e la serenità perdute.
L’origine del bruxismo in alcuni casi va però anche ricercata tra le patologie della masticazione, come la malocclusione o altre anomalie delle arcate dentali.
In ogni caso per individuare da dove nasce questo disturbo è necessario cercare l’aiuto di uno specialista che potrà suggerire al paziente il trattamento più idoneo.
Diagnosi e cura del bruxismo
Il bruxismo viene solitamente diagnosticato durante una visita medica odontoiatrica, durante la quale il medico rileva l’usura dei denti e le lesioni a loro carico, come diminuzione dello smalto e scheggiature.
Può richiedere anche esami diagnostici specifici come la radiografia ortopanoramica, per evidenziare eventuali patologie dentali o la polisonnografia, un esame specialistico di medicina e igiene del sonno che verifica l’andamento del riposo notturno.
Una volta diagnosticato il bruxismo il dentista potrà suggerire al paziente l’utilizzo di un bite (morso in inglese), cioè di un apparecchio da usare di notte che crea una specie di barriera-cuscinetto tra le arcate dentali e che impedisce lo sfregamento dei denti tra di loro.
Questo strumento è studiato ad hoc dal dentista sulla base delle impronte del paziente e viene realizzato con un materiale acrilico morbido che ha la caratteristica di distribuire equamente la forza del morso su tutta la superficie delle arcate dentali.
L’uso del bite allevia i disturbi generati dal bruxismo grazie alla diminuzione dell’intensità dello sforzo muscolare notturno. Al risveglio i pazienti riferiscono di non percepire più tutte quelle sensazioni sgradevoli come dolori mandibolari, tensioni articolari o emicrania.
Per risolvere i problemi creati dal bruxismo è fondamentale rivolgersi ad odontoiatri esperti e seguire i loro suggerimenti perché, se trascurata, questa patologia può avere serie conseguenze sulla salute.
Da qui l’importanza di eseguire controlli di routine dal dentista, anche se non sono presenti sintomi evidenti, in modo da poter diagnosticare tempestivamente qualsiasi anomalia ed intervenire con le cure più idonee.